Grandi artisti e manifesti pubblicitari in mostra
di Donata Marrazzo
27 febbraio 2009
Galleria fotografica
La birra Bosio Caratsch, la Coppa Perugina, gli amaretti di Saronno, la Thais Talizhy di Enrico Trampolini, il Bitter Campari di Leonetto Cappiello: manifesti pubblicitari, stampe litografiche a colori su carta, che agli inizi del Novecento rappresentano un nuovo ambito di ricerca e sperimentazione in cui si avventurarono grandi artisti, da Adoflo Wild a Balla e Depero, da Mario Sironi, padre del monumentalismo e muralismo italiani, a Lucio Fontana. Per Fortunato Depero, del resto, arte e pubblicità insieme sono il compimento di un'estetica totale. I segni essenziali, i colori arditi, i più vari caratteri grafici, i continui giochi formali e linguistici fanno della pubblicità l'arte «che marcia di pari passo alla moda del tempo». La racconta la mostra "L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940": un'esposizione di documenti storici, proveniente dal Massimo & Sonia Cirulli Archive con sedi a New York e Bologna, che illustra l'evoluzione dell'arte della pubblicità attraverso manifesti, bozzetti, libri delle avanguardie artistiche tra il 1920 e il 1940.I cavalieri dell'industria cercano nuove strategie di comunicazione e nuove politiche economiche: con i primi cartelloni e i manifesti affissi sui muri Olivetti, Fiat, Campari reclamizzano le aziende e i propri prodotti con messaggi evocativi. Voli, corse, effetti stroboscopici, scomposizioni cubiste, suggestioni futuriste: i manifesti sono il segno dell'Italia che cambia, l'Italia della modernità che ha bisogno di una nuova immagine, di un linguaggio figurativo audace che le faccia propaganda.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni per raccontare "La donna e l'uomo moderni", ovvero l'evoluzione dell'arte pubblicitaria dall'idealizzazione ottocentesca verso realismo, dinamismo e vivacità cromatica, "La meccanizzazione giocosa della figura umana di ascendenza futurista", "Velocità e confini"e "Il Volo" per ripercorrere il nuovo mito del movimento e infine "Le sperimentazioni del disegno e della grafica" e "L'astrazione della forma".Al valore artistico delle opere si abbina quello storico che fa del manifesto pubblicitario una testimonianza viva della situazione politica del secolo scorso, del costume, delle grandi imprese industriali italiane del ‘900 e del loro sviluppo economico.
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L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940 Villa TorloniaCasino dei Principi , RomaFino al 24 maggioCatalogo: SilvanaEditoriale Info: Tel. 060608 http://www.museivillatorlonia.it/
di Donata Marrazzo
27 febbraio 2009
Galleria fotografica
La birra Bosio Caratsch, la Coppa Perugina, gli amaretti di Saronno, la Thais Talizhy di Enrico Trampolini, il Bitter Campari di Leonetto Cappiello: manifesti pubblicitari, stampe litografiche a colori su carta, che agli inizi del Novecento rappresentano un nuovo ambito di ricerca e sperimentazione in cui si avventurarono grandi artisti, da Adoflo Wild a Balla e Depero, da Mario Sironi, padre del monumentalismo e muralismo italiani, a Lucio Fontana. Per Fortunato Depero, del resto, arte e pubblicità insieme sono il compimento di un'estetica totale. I segni essenziali, i colori arditi, i più vari caratteri grafici, i continui giochi formali e linguistici fanno della pubblicità l'arte «che marcia di pari passo alla moda del tempo». La racconta la mostra "L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940": un'esposizione di documenti storici, proveniente dal Massimo & Sonia Cirulli Archive con sedi a New York e Bologna, che illustra l'evoluzione dell'arte della pubblicità attraverso manifesti, bozzetti, libri delle avanguardie artistiche tra il 1920 e il 1940.I cavalieri dell'industria cercano nuove strategie di comunicazione e nuove politiche economiche: con i primi cartelloni e i manifesti affissi sui muri Olivetti, Fiat, Campari reclamizzano le aziende e i propri prodotti con messaggi evocativi. Voli, corse, effetti stroboscopici, scomposizioni cubiste, suggestioni futuriste: i manifesti sono il segno dell'Italia che cambia, l'Italia della modernità che ha bisogno di una nuova immagine, di un linguaggio figurativo audace che le faccia propaganda.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni per raccontare "La donna e l'uomo moderni", ovvero l'evoluzione dell'arte pubblicitaria dall'idealizzazione ottocentesca verso realismo, dinamismo e vivacità cromatica, "La meccanizzazione giocosa della figura umana di ascendenza futurista", "Velocità e confini"e "Il Volo" per ripercorrere il nuovo mito del movimento e infine "Le sperimentazioni del disegno e della grafica" e "L'astrazione della forma".Al valore artistico delle opere si abbina quello storico che fa del manifesto pubblicitario una testimonianza viva della situazione politica del secolo scorso, del costume, delle grandi imprese industriali italiane del ‘900 e del loro sviluppo economico.
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L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940 Villa TorloniaCasino dei Principi , RomaFino al 24 maggioCatalogo: SilvanaEditoriale Info: Tel. 060608 http://www.museivillatorlonia.it/
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